cenni storici monteneve

Cenni storici

L’insediamento permanente più alto d’Europa

La prima testimonianza storica in merito all’attività mineraria a Monteneve compare solo a margine. Nel 1237, un notaio di Bolzano annota infatti su di un atto di compravendita che alcune spade sono state pagate con “argento di buona qualità proveniente da Monteneve”. Verso il 1500, l’estrazione mineraria del Tirolo raggiunge il suo massimo sviluppo: all’epoca, nelle miniere di Monteneve circa 1000 minatori avrebbero infatti lavorato alla ricerca di galena argentifera in ben 70 gallerie.
Il minerale vero e proprio, la blenda, potrà tuttavia venire estratto e sfruttato solamente a partire dal XIX secolo. Così, dal 1870 il villaggio dei minatori di San Martino diventerà un ragguardevole insediamento con edifici amministrativi, residenziali e funzionali, una locanda, una chiesa e addirittura un ospedale con annesso obitorio. Ci saranno anche una scuola elementare, una banda musicale, un’associazione teatrale e una compagnia di Schützen.
A 2.355 m di quota l’inverno e il freddo durano però nove mesi all‘anno. Approvvigionare l’insediamento è quindi costoso e problematico, e in questa comunità isolata dal resto del mondo il livello di conflittualità è molto elevato. Così, durante l’ultima fase di sfruttamento del 1962, la ditta concessionaria  AMMI decide di continuare l’estrazione trasferendo i dipendenti con le loro famiglie dal paese ad alta quota di Monteneve a Masseria, in Val Ridanna. Il progetto viene realizzato nel giugno del 1967. Da allora, e fino alla definitiva chiusura della miniera nel 1985, il vecchio paese dei minatori rimarrà così esposto all’abbandono e subirà ripetuti saccheggi.
 
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